Gaston Bachelard (1884–1962)
Autor(a) de The Poetics of Space
About the Author
Born in Bar-sur-Aube, France, in 1884, Gaston Bachelard received his doctorate in 1927. He became professor of philosophy at the University of Dijon in 1930, and held the chair in the history and philosophy of science at the University of Paris from 1940 to 1954. In epistemology and the philosophy mostrar mais of science, Bachelard espoused a dialectical rationalism, or dialogue between reason and experience. He rejected the Cartesian conception of scientific truths as immutable; he insisted on experiment as well as mathematics in the development of science. Bachelard described the cooperation between the two as a philosophy of saying no, of being ever ready to revise or abandon the established framework of scientific theory to express the new discoveries. In addition to his contributions to the epistemological foundations of science, Bachelard explored the role of reverie and emotion in the expressions of both science and more imaginative thinking. His psychological explanations of the four elements-earth, air, fire, water-illustrate this almost poetic aspect of his philosophy. (Bowker Author Biography) mostrar menos
Séries
Obras por Gaston Bachelard
Water and Dreams: An Essay on the Imagination of Matter (Bachelard Translation Series) (1956) 225 exemplares
Air and Dreams: An Essay on the Imagination of Movement (Bachelard Translation Series) (1943) 176 exemplares
Earth and Reveries of Will: An Essay on the Imagination of Matter (Bachelard Translations Series) (1945) 72 exemplares
La ragione scientifica 5 exemplares
Images imaginees: 12 photographes contemporains et la pensee de Gaston Bachelard (French Edition) (1984) 3 exemplares
Os Pensadores: Bachelard 3 exemplares
Atomistic Intuitions: An Essay on Classification (Suny Series in Contemporary French Thought) (2018) 3 exemplares
O Novo espírito científico ; A poética do espaço 2 exemplares
L'évolution d'un problème de physique: la propagation thermique dans les solides (1973) 2 exemplares
Hayir Diyen Felsefe 1 exemplar
Epistemologie : ausgew. Texte 1 exemplar
O Materialismo Racional Livro 1 1 exemplar
Bachelard 1 exemplar
O SURRACIONALISMO 1 exemplar
LA CONTINUITÉ ET LA MULTIPLICITÉ TEMPORELLES 1 exemplar
Études 1 exemplar
Wyobraźnia poetycka : wybór pism 1 exemplar
A Formação do Espírito Científico 1 exemplar
Bachelard {Estudos} 1 exemplar
Le rationalisme appliqué, extraits 1 exemplar
Gaston bachelard - L air et les songes 1 exemplar
Associated Works
Etiquetado
Conhecimento Comum
- Nome legal
- Bachelard, Gaston Louis Pierre
- Data de nascimento
- 1884-06-27
- Data de falecimento
- 1962-10-16
- Localização do túmulo
- Bar Sur Aube Bar-sur-Aube, Departement de l'Aube, Champagne-Ardenne, France
- Sexo
- male
- Nacionalidade
- France
- Local de nascimento
- Bar-Sur-Aube, France
- Local de falecimento
- Paris, France
- Locais de residência
- Bar-Sur-Aube, France
Dijon, France
Paris, France - Educação
- Sorbonne
- Ocupações
- postmaster
professor (physics, philosophy) - Relações
- Bachelard, Suzanne (daughter)
Atlan, Liliane (student) - Organizações
- Sorbonne (Chair in History and Philosophy of Science)
University of Dijon
Académie des Sciences Morales et Politiques - Prémios e menções honrosas
- Grand Prix national des lettres (1961)
- Agente
- Thomas S. Kuhn
Alexandre Koyre
Michel Foucault
Georges Canguilhem (successor at the Sorbonne)
Fatal error: Call to undefined function isLitsy() in /var/www/html/inc_magicDB.php on line 425- A founding figure in historically-oriented philosophy of science. Viewed science as a struggle against ideological obstacles, and benefiting from reverie and imagination as much as from Reason. Many Americans first discovered Bachelard's work behind the famous "paradigm shifts" described by Thomas S. Kuhn. Bachelard described the products of science and imagination as epistemological structures -- "all is constructed" -- and the shifts from one answer to another as "ruptures". Alexander Koyre interpreted these as "shifts".
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- 4.1
- Críticas
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- ISBN
- 314
- Línguas
- 19
- Marcado como favorito
- 21
...
Attraverso la fiamma assunta come oggetto di reverie anche le metafore piu’ fredde si trasformano realmente in immagini. (13)
… seguendo una delle leggi piu’ costanti della reverie davanti alla fiamma, il sognatore vive in un passato che non e’ piu’ unicamente il suo, nel passato dei primi fuochi del mondo. (14)
La fiamma e’ un mondo per l’uomo solo.
E se il sognatore di fiamma parla alla fiamma, parla a se stesso, ed eccolo poeta. Dilatando il mondo, il destino del mondo, meditando sul destino della fiamma, il sognatore dilata il linguaggio poiche’ il linguaggio esprime una delle bellezze del mondo. (15)
In una reverie della piccola luce il sognatore si sente come a casa, l’inconscio del sognatore e’ per lui come una casa. Il sognatore! - questo doppio del nostro essere, questo chiaroscuro dell’essere pensante - ha, in una reverie della piccola luce, la sicurezza d’essere. Chi si affida alla reverie della piccola luce scoprira’ questa verita’ psicologica: l’inconscio tranquillo, l’inconscio privo di incubi, l’inconscio in equilibrio con la propria reverie, … (17)
Un tempo, in un tempo dimenticato dagli stessi sogni, la fiamma di una candela faceva meditare i sapienti: donava infiniti sogni al filosofo solitario. Sul suo tavolo, accanto agli oggetti prigionieri della loro forma, accanto ai libri che istruiscono lentamente, la fiamma della candela richiamava pensieri senza misura, evocava immagini senza limite. (27)
Ricostruendo per noi stessi le immagini della cella del filosofo in meditazione, vediamo sul suo tavolo la candela e la clessidra, due esseri che indicano entrambi il tempo umano, ma in stili quanto diversi! La fiamma e’ una clessidra che scorre verso l’alto. Piu’ leggera della sabbia che sprofonda, la fiamma costruisce la propria forma, come se il tempo stesso avesse sempre qualcosa da fare.
Fiamma e candela, nella meditazione serena, esprimono la comunione del tempo leggero e del tempo pesante.
…
Ma per il saggio che io immagino, l’insegnamento della fiamma e’ piu’ grande di quello della sabbia che sprofonda. La fiamma chiama chi veglia a sollevare gli occhi dal suo in folio, ad abbandonare il tempo dei doveri, il tempo delle letture, il tempo del pensiero. Nella fiamma anche il tempo si mette a vegliare.
Si’, chi veglia davanti alla sua fiamma interrompe la lettura. Pensa alla vita. Pensa alla morte. La fiamma e’ precaria e vacillante. Questa luce, un soffio l’annienta, una scintilla la riaccende. La fiamma e’ facile nascita e facile morte. (30)
Non si legge piu’ non appena la lettura evoca un sogno. Se la candela illumina il vecchio libro che parla della fiamma, l’ambiguita’ dei pensieri e delle reverie giunge all’estremo.
Niente piu’ simbolo, niente piu’ doppio linguaggio che tradurrebbe il materiale in spirituale, o inversamente. Entriamo, con Vigenere, nell’unita’ forte di una reverie che non puo’ dividersi in una dialettica di oggettivo e soggettivo. Il mondo, in una simile reverie, incarna, in tutti i suoi oggetti, un destino dell’uomo. (34-5)
Sempre bruciando, la fiamma deve reinfiammarsi, tener fede, contro una materia inerte, al comandamento della propria luce. Se avessimo l’orecchio piu’ fine, potremmo udire tutti gli echi di queste agitazioni intime. La vista permette facili unificazioni. Al contrario, i brusii della fiamma non si possono riassumere. La fiamma dice tutte le lotte che e’ necessario sostenere per mantenere un’unita’. (45)
In quale rifugio, in quale cella il poeta e’ realmente un solitario? E anche quando tutto muta col mutare dell’umore del cielo e del colore dei sogni, ogni espressione della solitudine di un grande solitario deve trovare la propria immagine. (52)
Solo, di notte, con un libro rischiarato da una candela - libro e candela, doppia isola di luce, contro le tenebre doppie dello spirito e della notte.
…
Se alzo gli occhi dal libro per guardare la candela, io non studio, io sogno.
Allora le ore fluttuano nella veglia solitaria. Le ore fluttuano tra la responsabilita’ di un sapere e la liberta’ della reverie, questa troppo facile liberta’ dell’uomo solitario. (53)
“Alcuni alberi diventano piu’ odorosi quando sono toccati dall’arcobaleno” (71)
Fuoco, aria, luce, ogni cosa che sale ha del divino; ogni sogno dispiegato e’ parte integrante dell’essere del fiore. La fiamma di vita dell’essere che fiorisce e’ una tensione verso il mondo della pura luce. (80)
Quale grande compito sarebbe per uno psicologo quello di liberare, nonostante il caos dei sogni e degli incubi, la personalita’ di questo essere intimo, di questo essere doppio che “ci assomiglia come un fratello”! Conosceremmo allora l’unita’ d’essere dei nostri sogni. Saremmo davvero i sognatori di noi stessi. (92)
… (mais)