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Obras por Aldo Grandi

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Conhecimento Comum

Data de nascimento
1961
Sexo
male
Nacionalidade
Italy

Membros

Críticas

Sono passati cinquant’anni esatti da quando a Segrate, mentre provava a far saltare un traliccio dell’elettricità per far rimanere al buio Milano, Giangiacomo Feltrinelli morì: era il 14 marzo 1972 e le Brigate Rosse avevano appena compiuto il loro primo sequestro di persona, quello del dirigente Sit Siemens Idalgo Macchiarini. La fotografia sulla copertina di questo libro ne ricorda emblematicamente la scena, mentre nella mia mente si affollano i ricordi di quel tempo. Mamma mia! sono passati 50 anni e non mi pare vero.

Mai, come in occasioni di questo genere, scrivere e leggere di un libro ha un significato molto speciale per chi ama leggere e scrivere non solo per capire e lasciare una traccia, ma anche andare in cerca del modo migliore per filtrare i ricordi del tempo passato, collegandoli con il presente. Quando ho letto della pubblicazione di questo libro in una recensione nella quale Giacomo Feltrinelli, viene definito editore “illuminato e bombarolo … un intellettuale che rivoluzionò l’asfittico mercato pubblicando libri come “Il Gattopardo” e “Il dottor Zivago”, ma anche il rivoluzionario vicino agli ambienti terroristici”, non ho potuto fare a meno di averlo tra le mani, per pochi euro in versione Kindle. Non tanto perchè interessato a conoscere o ricordare gli elementi di una vicenda umana, con una triste fine, quella di un uomo che ha pagato con la vita il costo delle sue utopie. Ricordo bene le cose.

Il fatto è che da un punto di vista politico la vicenda, anche a distanza di mezzo secolo, mi conferma la giustezza del pensiero che al tempo avevo di certe idee, personaggi ed eventi. Il tutto lascia il tempo che trova, cioè il nulla, “hebel-nebbia-vanità”, direbbe Qoelet. Allora, come oggi, continuo ad avere tutte le buone ragioni per diffidare di qualsiasi idea quando la stessa idea diventa ideologia.

Feltrinelli saltò in aria con quella idea in testa. La sua ideologia. Sappiamo quale. Mi resta nella memoria quella memorabile frase del Gattopardo: “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. La frase pronunciata da Tancredi, il personaggio del libro “Il Gattopardo” (1958) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Tancredi è il nipote del principe di Salina. È la risposta di un rivoluzionario assennato, che conosce il dolore della frattura con la classe dirigente in declino e non vuole tradirla. Il romanzo è ambientato nel momento del passaggio dal regime borbonico al Regno d’Italia.

Dal libro, e da questa frase in particolare, deriva l’espressione “gattopardismo” per indicare l’atteggiamento di chi si adatta a una nuova situazione politica fingendo d’esserne promotore, per conservare potere e privilegi.
Feltrinelli, quando salì su quel traliccio cosa intendeva fare? Di certo passare all’azione, aiutando i “compagni” che credevano che la Rivoluzione fosse sempre possibile. Ma non intendo qui discutere delle idee diventate ideologia dell’editore Feltrinelli.

Mi è sempre piaciuto godere degli spazi culturali che questo “bombarolo” mancato ha saputo seminare con intelligenza, ed anche con profitto, (non era un capitalista?) per tutta la penisola. Una visita alla “Feltrinelli” è sempre d’obbligo per chi crede nel pensiero libero e nella cultura condivisa. Questo anniversario della morte dell’editore Feltrinelli che, al contrario di molti altri veri terroristi, mise in gioco la sua stessa vita, potrebbe essere una buona occasione per un esame di coscienza approfondito ed una sana ed opportuna autocritica. Ma non verrà mai.
A quel tempo avevo letto “Il Gattopardo” nella sua prima edizione. Mi era stata regalata da Salvatore D’Angelo, conservo ancora quella copia con dedica.

Un libro che fa da marca-tempo della mia vita: da lì a qualche mese avrei lasciato lasciato gli studi di ricerca all’Università, sarei passato a dirigere la Martin School, una scuola di lingue al centro di Napoli, mi sarei sposato e avrei cominciato a vivere altre vite. Il pensiero di Tancredi: “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” si sarebbe trasformato in “tutto stava per cambiare per rimanere come poi tutto è stato”. Ognuno, prima o poi, deve fare i conti non soltanto con se stesso, ma anche con la società in cui vive. Feltrinelli li fece a caro prezzo, saltando in aria. Ci resta l’illuminazione del suo impegno culturale
… (mais)
 
Assinalado
AntonioGallo | Mar 18, 2022 |

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