Laura Grimaldi (1928–2012)
Autor(a) de Il sospetto
About the Author
Laura Grimaldi is managing editor for the Italian publisher, Il Saggiatore.
Séries
Obras por Laura Grimaldi
Come sbancare il lunario (Dortmunder, #2) 2 exemplares
Il giallo e il nero: Scrivere suspense (Strumenti per scrivere e comunicare) (Italian Edition) (1996) 2 exemplares
Il disco di fiamma 2 exemplares
Elementare, signor presidente 2 exemplares
Solo un'altra volta: Tutti i racconti vol. II 2 exemplares
Nessuno è perfetto 1 exemplar
Costante solare 1 exemplar
Nero & Archie Incorporated 1 exemplar
E bravo Dortmunder 1 exemplar
Una sporca storia 1 exemplar
La danza degli Aztechi 1 exemplar
Oggi a voi, domani a lui 1 exemplar
Lotta libera per Parker 1 exemplar
Denti bianchi 1 exemplar
Pop: 1280 1 exemplar
Profumo di casa 1 exemplar
Associated Works
The New Mystery: The International Association of Crime Writers' Essential Crime Writing of the Late 20th Century (1993) — Contribuidor — 62 exemplares
14 colpi al cuore: racconti inediti dei migliori giallisti italiani (2002) — Contribuidor — 8 exemplares
Etiquetado
Conhecimento Comum
- Nome canónico
- Grimaldi, Laura
- Data de nascimento
- 1928
- Data de falecimento
- 2012-07-03
- Nacionalidade
- Italie
- Local de nascimento
- Rufina, Italie
- Local de falecimento
- Milan, Italie
- Ocupações
- Journaliste
Traductrice
Écrivaine
Membros
Críticas
Prémios
You May Also Like
Associated Authors
Estatísticas
- Obras
- 25
- Also by
- 23
- Membros
- 89
- Popularidade
- #207,492
- Avaliação
- 3.6
- Críticas
- 1
- ISBN
- 33
- Línguas
- 5
Mi è capitato per le mani casualmente questo libretto la cui scrittrice, Laura Grimaldi, mi ha dato grande soddisfazione riguardo a Monsieur Bovary, che io ho sempre sostenuto essere il vero eroe del romanzo di Gustave Flaubert, non fosse altro per ciò che è stato costretto a subire dalla moglie, e posso sicuramente dire che mi sono fatto delle buone risate per l’inaspettato epilogo, dato dall’autrice alla storia, che rende finalmente un po’ di giustizia al buon Charles e in qualche modo accomoda le cose…
Inoltre questo libretto, constatato che non sono il solo a pensarla in un certo modo, mi dà anche l’occasione per sparlar… cioè… volevo dire parlare di Madame Bovary e del suo romanzo, che ho letto, ma non mi sono mai sbilanciato a scriverne.
Non sono tra quelli che si stracciano le vesti per commiserare l’egregia Madame Bovary la cui estrema pena è essere nata nel posto sbagliato, la penso invece come ebbe a dire una volta la madre di Charles, che se fosse stata costretta a guadagnarsi da mangiare con le proprie mani, la signora Bovary, non avrebbe avuto tempo per dar retta a tutti i grilli che le passavano per la testa.
La signora voleva fare il salto sociale? La squallida e ipocrita vita di provincia non faceva per lei? E allora? Mettendo un punto fermo sul fatto che non stiamo parlando di classi sociali svantaggiate, che nessuno moriva di fame, non c’erano mafia e camorra che inquinavano l’economia, di cosa si lamentava la Madame? Della vita che avrebbe voluto? È qui il punto, di solito chi si lamenta della vita che fa si trova in contesti di emarginazione sociale o di altre gravi disparità, certamente che ognuno di noi ha il diritto di aspirare a una vita migliore, pure io ogni tanto ci penso, ma ci sono delle congrue differenze e su questo non si può assolutamente generalizzare, una cosa è voler fuggire dal degrado o dalla crisi, altra cosa è stare a guardare come farlocchi chi è più ricco di te!
Se la Madamina aveva la necessità di frequentare gente altolocata che l’avrebbe realizzata a dovere, nessuno la tratteneva e invece sappiamo bene cosa faceva!
Questo è un altro punto su cui io fatico moltissimo: il messaggio di questo romanzo, qualcuno me lo spieghi! Cosa c’è da imparare da una donna che riusciva a far scappare persino i suoi amanti con la sua insulsaggine, forse che si può sacrificare qualsiasi cosa in nome, ieri come oggi, dell’apparire! Anche una figlia!
Vogliamo far passare che in nome di un posto nella “cosiddetta” alta società si può cornificare un marito, riempirlo di debiti, ridicolizzarlo davanti alla propria comunità e rendersi a propria volta ridicoli perdendo la dignità? È questo il messaggio?
Con questo romanzo, la più grande presa per i fondelli, dopo averlo scritto, l’ha realizzata ancora lui, l’autore: Gustave Flaubert, con la sua famosa e mistificatrice frase “Madame Bovary sono io” dando l’illusione a molti di avere la chiave per decifrare il messaggio bovariano che secondo me è di tutt’altra natura, sapendo per primo Flaubert stesso che la Signora Emma, non era altro che “una donnetta in preda alla romantica aspirazione di essere altro da ciò che è” (Jules de Gaultier).
Tanto per puntualizzare: pur sostenendo da sempre quanto scritto sopra, e che rappresenta soltanto la mia personalissima opinione, non mi sono mai sognato di mettere in dubbio il valore letterario dell’opera, penso solamente che, intorno a questo romanzo, siano in molti a credere e dare per scontato un messaggio che forse troppo scontato non è…… (mais)