Mauro Mercuri

Una piccolissima casa editrice, Edizioni segni d’autore, da qualche anno ha aperto un varco culturale di stampo nettamente meridionalista, anzi borbonico, raccontando la storia da una prospettiva diversa rispetto a quella con la quale siamo abituati a vedere le cose nei libri di storia. Nel primo volume, La coccarda rossa, veniva raccontata la storia di un ragazzo del sud, Nicola Cardano, fedele ai Borboni e, attraverso i suoi occhi, le battaglie dei briganti nella impossibile guerra contro l’esercito dei Savoia. La storia continua e Nicola parte per l’America, destinazione New Orleans, dove prende parte alla guerra di secessione, dalla parte dei confederati, il sud è una sorta di destino. Chiaramente il lavoro è ampiamente orientato a ribadire le ragioni dei meridionali, d’Italia e d’America, forzando in qualche punto la storia, soprattutto nel secondo volume. Ma l’indiscutibile merito di questa piccola casa editrice è quello di provare a riaprire in maniera intelligente un dibattito e una conoscenza storica che si è arenata ai tempi dei like. E’ molto interessante, ad esempio, nella postfazione di Mauro Mercuri, la previsione di Maria Sofia, regina di Borbone esiliata a Parigi, sul destino dei Savoia; trattare così dei re legittimi, privarli della dignità, significa fare la rivoluzione più dei rivoluzionari. E prima o poi anche loro ne saranno vittime, dopo essere stati carnefici. Il libro va letto, ma soprattutto, va incoraggiata l’attività della Edizioni segni d’autore e dei suoi autori.… (mais)

Un plauso ad una piccola casa editrice che riesce a proporre sull’asfittico mercato culturale italiano un fumetto interessante per il tentativo di conciliare il rigore della storia ad una bella storia; l’Italia si è fatta, secondo i sabaudi; ma non è dello stesso avviso un nutrito numero di italiani, la maggioranza dei meridionali che vedono quella che è stata definita una liberazione, come un’occupazione. E utilizzando il lavoro di ricerca bibliografica di Mauro Mercuri, Carlo Bazan e Carlo Rispoli, raccontano la storia dei briganti di un piccolo paese del Sannio dal lato della popolazione; e non è come abbiamo studiato. Buona la sceneggiatura e molto valida la qualità del disegno, probabilmente sarebbe servito un lavoro di maggior respiro, ma con i mezzi a disposizione, non resta che prendere atto del coraggio dell’editore.… (mais)