Gino Tellini

Una sfida intelligente tra autore e parodista, e il lettore avveduto se la gode.Nella prima parte del volume, Gino Tellini traccia in modo puntuale, mantenendo però un piacevole andamento narrativo, la storia del genere parodia, per poi lasciare, nella seconda e più corposa parte, ampio respiro e spazio ai testi. Non me ne vogliano i puristi, ma leggere, tra gli altri, brani dell'Inferno dantesco riscritti in dialetto milanese da Carlo Porta, oppure "La vispa Teresa" che diventa "Il vispo Tiresia" nelle mani di Trilussa, è molto divertente.
Non mancano tuttavia le parodie feroci e i falsi letterari.
Insomma, il piatto è molto ricco e lo si può gustare da qualsiasi parte si voglia. E anche se non si conoscono tutti i testi parodiati, niente paura: il buon Tellini riporta sempre l'originale e supporta con un breve commento.… (mais)