I read this book after falling in love with another Szabo novel, "Abigail". This book is a much more complicated, and much more grown up: I admired it and was engrossed with it, but I didn't enjoy it nearly as much as "Abigail". The subject matter is tough, with a central character -- the maid and caretaker Emerence -- who can give everything except the gift of accepting. Her relationship with her employer Magda is intense and at times puzzling, as is Magda's attitude towards her. Very interesting, very involving, but hard. ( )

Questo è uno di quei romanzi che mi mettono in difficoltà quando devo buttare giù, nero su bianco, cosa me ne è sembrato: è una storia sull’innocenza e la purezza contrapposte all’esperienza e allo sporcarsi di vita? È un romanzo sull’amicizia tra due donne? È un romanzo sulle differenze di classe e la loro inconciliabilità? È un romanzo sullo scontro tra una donna – la narratrice – che vive di lavoro intellettuale (e che è incapace in quello manuale) e una donna – Emerenc – che vive di lavoro domestico (e che disprezza quello intellettuale)?

Un po’ tutto questo e altro ancora, in realtà: Szabó è un’autrice che può permettersi di parlare di mille temi senza essere mai superficiale. Ma nessuno di questi temi è il fulcro del romanzo, il significato di quella porta che ha dato il titolo al libro. C’è, infatti, una porta chiusa in questa storia, una porta che Emerenc difende con le unghie e con i denti e che ha dato vita a un’infinità di speculazioni da parte del suo vicinato, che vorrebbe tanto sapere cosa si nasconde là dietro.

Ma quella porta rimarrà saldamente chiusa, almeno fino a quando Emerenc non incontra la narratrice, che reputa la persona giusta alla quale affidare il suo segreto, quella vulnerabilità che ritiene inaccettabile mostrare allз altrз, da donna granitica e incrollabile quale è. Sembrerebbe una storia deliziosa dell’incontro di due persone capace di alleviare un passato doloroso, ma non è così.

La narratrice, infatti, non riesce a capire fin da subito la vulnerabilità di Emerenc: perché non basta sapere ascoltare lз altrз, bisogna anche rispettare i loro limiti e le loro convinzioni, per quanto bizzarre e ci possano sembrare. La narratrice non segue il desiderio di Emerenc, ma quello che secondo lei è la cosa giusta da fare: non sappiamo se è per evitare che le rimorda la coscienza o se è il modo in cui avrebbe voluto si intervenisse se al posto di Emerenc ci fosse stata lei. Fatto sta che la sua decisione segna il precipitare degli eventi e anche se il suo errore può essere considerato umano e suscitare la nostra comprensione, perché riconosciamo il passo falso e l’errore irrimediabile che può capitare a chiunque di noi, è stato davvero difficile non avercela con lei.

Questo perché La porta è anche un romanzo su due etiche diverse, due visioni del mondo che si incontrano e si scontrano e, sebbene nel finale non posso fare a meno di propendere per il punto di vista di Emerenc, riconosco che entrambe le donne avrebbero tratto giovamento dal non rimanere rigide nelle proprie convinzioni. E forse è proprio questo il punto: imparare a non essere lǝ tirannǝ di nessunǝ, in modo da rendere improbabile che lз tirannз finiscano in posizioni di potere e schiaccino interi gruppi di persone. ( )

This was a very touching read which has lingered with me for quite a few days.
This book is a nostalgia and guilt-tinged story of the special and intense (platonic) bond between two very different women. It is also a story of confession and of a deep desire for redemption.

The story is narrated by Magda, a wealthy novelist who lives with her husband and has just moved into a new appartement. Set in between the 1960s and the 1980, Magda tells us episodes of her life centered around her relationship with Emerence, her housekeeper.
Emerence is a very interesting character, full of contradictions. She is a hardworking, tough and demanding woman, shaped by a traumatic life. She is both extremely rude and very caring. She is extremely guarded and secretive and yet at times, she randomly shares surprising facts about her life.
Initially the relationship is tense and there is a shaky sense of trust which affected by Emerence’s bad moods and Magda’s mistakes. As Emerence opens up and starts revealing glimpses of her painful past, they warm to one and other. Magda realises Emerence’s life has become an integral part of her own. Their relationship is like a tug of war, but they start feeling like they are something akin to family. Until an unexpected event sets in motion an “avalanche of events” which irrevocably change their lives.

This book touches on quite a few themes: Inter-generational conflict, class divide, trauma, small town mentality, religion. It presents the idea of found family in a unique way.
I liked that the sense time feels shaky, at times it is difficult to tell when events are happening, but this also helps create a dream-like atmosphere.
It is a brilliant and very emotional novel which I would strongly recommend to any fan of historical fiction.

What is the titular door? We all have one. Life might lock it for us. But some special relationships might just provide the key.
( )

I loved the eerie and foreboding tone of this novel, but felt that there were some pacing issues that I couldn't get past. ( )

Escritora húngara, descoberta tardiamente fora de seu país, é lançada pela primeira vez no Brasil com romance impactante sobre a relação tensa e misteriosa entre duas mulheres

Uma escritora culta, com uma relação nebulosa com as autoridades comunistas na Hungria moderna do pós-Segunda Guerra Mundial, contrata Emerenc ― camponesa, analfabeta, impassível, bruta e de idade indefinida ― como sua governanta. Emerenc mora sozinha em uma casa onde ninguém pode passar da porta de entrada, nem mesmo seus parentes mais próximos. Ela assume o controle do lar da patroa, tornando-se indispensável, experimentando um tipo de amor ― pelo menos até o tão desejado sucesso da escritora trazer à tona uma revelação devastadora.

A força sobre-humana de Emerenc, sua disposição para ajudar os outros e fragmentos de sua biografia dolorosa constroem o mosaico do que parece uma existência transpassada por segredos. Na relação de dependência desenvolvida entre as protagonistas se encerram dúvidas e mistérios sobre a personalidade daquela que personifica um país que já não existe mais.

A cada nova informação sobre a excêntrica governanta, emerge o cenário de uma Hungria ocupada e dividida, e até a relação de Emerenc com seus pertences é questionada. Teria roubado dos judeus ou ganhado os bens de uma família judia que ela havia ajudado a fugir? Quem é essa mulher e por que ela está fechada a qualquer intimidade com seus patrões? Todas as possibilidades são plausíveis até que as portas, metafóricas e literais, sejam, por fim, abertas.

Em um romance revelado tardiamente ao grande público, mas muito debatido e elogiado pela crítica, Magda Szabó oferece uma visão generosa sobre táticas de sobrevivência, sobre tudo o que pode ser dito no silêncio e sobre o papel da autenticidade na arte e na vida.