Uno dei temi più classici del western e della narrazione di Berardi e Milazzo, il rapporto tra civiltà occidentale e nativi americani, è l’occasione per mettere in scena due racconti molto diversi. Il primo episodio, “La Verità”, prende lo spunto dall’omicidio di un uomo bianco senza colpevoli accertati. Ma nel paese una voce che circola gradualmente diventa una certezza: sono stati gli indiani, nonostante non ci sia alcuna prova. Lo sceriffo insieme a Ken Parker decide di andare alla ricerca della verità e viene accompagnato da una delegazione di cittadini: che non esiteranno a sparare al gruppo di indiani senza alcuna ragione e a impiccare il vecchio capo tribù senza uno straccio di processo. La scena finale di Ken e dello sceriffo che abbandonano il paese con il corpo dell’indiani che penzola dalla forca sullo sfondo dà il senso del racconto. Ancora più bella la vignetta finale del secondo episodio, “Razza selvaggia”, in cui un bellissimo cavallo nero corre verso la libertà con l’immagine dell’amico indiano di Ken morto proprio per fermare una precedente fuga di cavalli sullo sfondo. Qua il racconto ha un tono del tutto diverso, non c’è alcuna tensione di alcun tipo, anzi; da un lato Ken con tre uomini, un vecchio cuoco, un giovane ingenuo e un indiano, è impegnato a catturare cavalli selvatici; dall’altro un villaggio indiano con la sua quotidianità, raccontata attraverso il desiderio di un ragazzo di conquistare una giovane ragazza indiana. Un episodio bellissimo. ( )