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La giornata d'uno scrutatore Le Cosmicomiche Ti con zero Le città invisibili Il castello dei destini incrociati Se una notte d'inverno un viaggiatore Palomar I racconti (Gli idilli difficili) Gli amori difficili La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche Cosmicomiche vecchie e nuove ( )
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[Se una notte d'inverno un viaggiatore] Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio. Questa è la conclusione a cui sei arrivato, nella vita personale come nelle questioni generali e addirittura mondiali. E coi libri? Ecco, proprio perché lo hai escluso in ogni altro campo, credi che sia giusto concederti ancora questo piacere giovanile dell'aspettativa in un settore ben circoscritto come quello dei libri, dove può andarti male o andarti bene, ma il rischio della delusione non è grave.
[Se una notte d'inverno un viaggiatore] La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t'interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri.
[Se una notte d'inverno un viaggiatore] Una volta che sei riuscito a prescindere da qualcosa che credevi essenziale, ti accorgi che puoi fare a meno anche di qualcos'altro, poi ancora di molte altre cose.
[Se una notte d'inverno un viaggiatore] Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l'eroe e l'eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte.
[Palomar] «… La vera distanza tra due generazioni è data dagli elementi che esse hanno in comune e che obbligano alla ripetizione ciclica delle stesse esperienze, come nei comportamenti delle specie animali trasmessi come eredità biologica; mentre invece gli elementi di vera diversità tra noi e loro sono il risultato dei cambiamenti irreversibili che ogni epoca porta con sé, cioè dipendono dalla eredità storica che noi abbiamo trasmesso a loro, la vera eredità di cui siamo responsabili, anche se talora inconsapevoli. Per questo non abbiamo niente da insegnare: su ciò che più somiglia alla nostra esperienza non possiamo influire; in ciò che porta la nostra impronta non sappiamo riconoscerci».
[La giornata d'uno scrutatore] … non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire.
[Le Cosmicomiche] Anche gli altri però avevano i loro torti verso gli Z'zu, a cominciare da quella definizione di «immigrati», basata sulla pretesa che, mentre gli altri erano lì da prima, loro fossero venuti dopo. Che questo fosse un pregiudizio senza fondamento, mi par chiaro, dato che non esisteva né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare, ma c'era chi sosteneva che il concetto di «immigrato» poteva essere inteso allo stato puro, cioè indipendentemente dallo spazio e dal tempo.
[Le città invisibili] Pensai: «Si arriva a un momento nella vita in cui tra la gente che si è conosciuta i morti sono più dei vivi. E la mente si rifiuta d'accettare altre fisionomie, altre espressioni: su tutte le facce nuove che incontra, imprime i vecchi calchi, per ognuna trova la maschera che s'adatta di più».
[Gli amori difficili] Ed era con un moto amoroso, di carezza, che il treno cominciava a scorrere tra i pilastri delle pensiline, sbisciava tra le radure ferrate degli scambi, si buttava nel buio, e diveniva la stessa cosa dell'impeto che Federico aveva fino allora sentito dentro di sé.
[Gli amori difficili] «A quest'ora, – disse, senza rivolgersi a nessuno, – gli svegli si dividono in due categorie: gli ancora e i già».
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Nota de desambiguação
Editores da Editora
Autores de citações elogiosas (normalmente na contracapa do livro)