I'm not sure why I picked up this book, it's certainly not my typical genre of reading. However, I was pleasantly surprised. This was a fun, easy little murder mystery that takes place in 12th century Wales. The local Welsh lord has been killed and all signs point to divine intervention. Brother Cadfael teams up with the lord's daughter to find the real killer.

I rarely read mysteries, but am glad this is a series because I would easily pick up another one for a change of pace. ( )

I've been vaguely aware of this series for years, but never actually picked one up. I lucked in to a bulk lot of the series, and picked this one up and read it in an afternoon. I really enjoyed it. There was enough mystery without there being excessive focus on the death, the characterisation was fabulous. Some aspects of what was going on were incredibly well telegraphed, while others I missed entirely.

And the title is a lovely pointed comment, but whether it is specifically the author, or Brother Cadfael, I never did pick. ( )

Pretty entertaining. I liked the historical setting a lot and the mystery stuff keeps the suspense up. Worth noting the mystery stuff is definitely not like a solvable puzzle or anything but it also doesn't pull any big tricks on you or anything so it's still interesting as a mystery. The characters are pretty charming and well written. I did find the regular extolling of the virtues of the Welsh pretty funny ( )

Brother Cadfael is cautious in his dealings with others, so the book is not a thriller, but it does make for thoughtful mystery. I learned something new about the differences in cultures: the importance to the Welsh of family ties, and their reluctance to allow outsiders as landowners (at least during Medieval Ages). ( )

Non mi era successa una cosa del genere: fin dalle prime pagine di questo romanzo mi era chiaro chi sarebbe morto, chi sarebbe stato l'assassino e quale sarebbe stato il movente. Se avessi letto tanti gialli, tutto questo avrebbe potuto essere comprensibile, ma non è così.

La vicenda è ambientata nel Medioevo, prevalentemente in Galles. Ora, io non ho mai amato particolarmente il Medioevo, quindi sulla parte storica esprimerò un giudizio da lettrice. L'impressione è stata quella di una "contemporaneizzazione" del periodo storico. Ho trovato inverosimili molti dialoghi, che avevano un piglio troppo moderno a mio avviso. Certo, la scorrevolezza del romanzo ne avrà guadagnato, ma si è perso spessore. L'intera faccenda avrebbe potuto essere ambientata in qualunque epoca del passato, senza che questa influisse granché sul corso degli eventi. Sembra che l'autrice avesse semplicemente bisogno di un'epoca senza particolari tecniche investigative.

Poiché tutto il mistero gravita intorno alle reliquie di una santa e l'"investigatore" è un monaco (Cadfael), la religione e alcune sue degenerazioni (fanatismo e carrierismo) trovano ampio spazio. Mi piacerebbe dire che la concretezza del protagonista faccia da contraltare all'arrivismo senza scrupoli e al desiderio di grandezza spirituale. Purtroppo il più delle volte sembra una macchietta. Ha troppo poco spessore per poter scatenare riflessioni nel lettore. Non è abbastanza nemmeno per strappargli una risata. L'unico personaggio simpatico, John, viene fatto "sparire" insieme alla sua miscredenza mille volte più efficace dei discorsi da uomo di mondo di Cadfael.

Tutte le indagini si svolgono tra tentativi e ipotesi piuttosto noiose, visto che da lettrice avevo già intuito come si sarebbe risolto il "mistero". Non c'è stato un solo depistaggio che mi abbia fregata e che mi abbia fatto pensare: "Aspetta un attimo, sarà mica...?". Tutto previsto, tutto calcolato. Vien quasi da entrare nel libro e intimare a tutti di darsi una mossa... ( )