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A carregar... The Light Garden of the Angel King: Travels in Afghanistan with Bruce Chatwinpor Peter Levi
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From time immemorial, merchants, pilgrims, and invaders from East and West have penetrated the high valleys of Afghanistan. In this resonant account, Peter Levi seeks the clues which each migration left, in the company of the young Bruce Chatwin. Since his journey, Afghanistan has suffered forty years of invasion and civil war, making it all the more poignant to rediscover `this highway of archangels/this theatre of heaven/the light garden of the God-forgiven angel King.' Não foram encontradas descrições de bibliotecas. |
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Google Books — A carregar... GénerosSistema Decimal de Melvil (DDC)915.81History and Geography Geography and Travel Geography of and travel in Asia Central Asia AfghanistanClassificação da Biblioteca do Congresso dos EUA (LCC)AvaliaçãoMédia:
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"La domanda cui più mi premeva rispondere, ridotta al nocciolo, era quali forme avesse assunto l'occupazione macedone dell'Afghanistan e che cosa fosse accaduto di quei remoti regni ellenistici."
(pagina 14)
A proposito del Tosi, si poteva evitare di inserire il suo ricordo: nulla aggiunge al pregio del libro. L'ideale sarebbe stato l'aver approfondito le motivazioni del viaggio da un punto di vista esterno all'autore, ma non è l'intento del ricordo.
Un libro da leggere anche solo per avere un'idea di un paese prima degli invasori (i sovietici) e prima degli invasati (i Talebani).
A proposito di Bruce Chatwin: incastrato nel titolo solo come specchietto?:
la cosa parrebbe affermativa, dato che nel libro non ha opinioni personali o, almeno, non riportate da Levi.
Babur il Conquistatore era un imperatore indiano che preferiva le regioni dell'Afghanistan, ed infatti ivi è seppellito e ivi troviamo l'iscrizione da cui il titolo del libro:
"...questo giardino luminoso del re angelo prediletto da dio, le cui spoglie riposano nel giardino del paradiso, ,,,Babur il Conquistatore..."
(pagina 45)
"Imparammo ad amare Faizabad, e capimmo perché sia il tenente Wood sia Marco Polo vi avessero soggiornato volentieri. Ci piacevano le botteghe e i buffoni di paese, le greggi immense e i pastorelli smilzi, ci piaceva la sensazione di essere al termine di una lunga strada, come nell'ultimo villaggio alla fine di una ferrovia. Senza dubbio gli elementi principali di tanta piacevolezza erano il fiume gelido e le montagne, il silenzio e l'assenza totale di notizie che imponeva una percezione del tempo diversa, nonché la semplicità e la leggerezza dell'architettura."
(pagina 175)
"I monaci nella caverna illuminata
Amano solo ciò che non può amare, e si salveranno."
(pagina 275) ( )