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Pino Roveredo

Autor(a) de Mandami a dire

13 Works 56 Membros 5 Críticas

About the Author

Image credit: doubleroomtrieste.wordpress.com

Obras por Pino Roveredo

Mandami a dire (2005) 25 exemplares
Caracreatura (2007) 6 exemplares
Mio padre votava Berlinguer (2012) 6 exemplares
Ballando con Cecilia (2014) 5 exemplares
Capriole in salita (2006) 4 exemplares
Attenti alle rose (2009) 2 exemplares
La melodia del corvo (2010) 2 exemplares
Copiledrag 1 exemplar
Ci vorrebbe un sassofono (2019) 1 exemplar
Vis-à-vis 1 exemplar
Capriole in salita 1 exemplar

Etiquetado

Conhecimento Comum

Nome canónico
Roveredo, Pino
Data de nascimento
1954
Nacionalidade
Italia
Local de nascimento
Trieste, Italia

Membros

Críticas

Premio Campiello 2005. Selezionate e introdotte da Claudio Magris, quattordici storie, istantanee epifanie del quotidiano, nelle quali si mescolano sapientemente realismo sanguigno, pietas, umorismo e slanci visionari. Sulla scia di Svevo, Saba e Scipio Slapater, Roveredo sviluppa l'antiletterarietà propria della narrativa triestina in cinque racconti dove l'esperienza vissuta infrange le regole del galateo narrativo. Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani. Dopo varie esperienze di vita disordinata, ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Scrittore e giornalista, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate.

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BiblioLorenzoLodi | 1 outra crítica | Jun 24, 2023 |
Un uomo riceve l'incarico di andare alla Casa dei Matti, padiglione I, per far compagnia ai degenti. Ed ecco spalancargli di fronte il mondo dell'ex manicomio, diverso da quello riformato coraggiosamente da Franco Basaglia, ma al tempo stesso sempre uguale, come un mito che non tramonta. Qui tutti hanno un'identità e una storia, anche se in frantumi. Tra l'odore del disinfettante e quello degli alimenti si aggirano Amalia, che si crede nobile, Anita, la "donna down" sempre col cappotto addosso, Maria che non fa che cantare, Olga, senza denti e con la mania religiosa, Berto, fissato con le parole crociate. E poi Cecilia: una donna molto anziana, di novantasei anni, di cui molti, troppi, trascorsi in manicomio, non si sa neppure perché. Cecilia è litigiosa, solitaria, bizzarra. Ma forse ha solo bisogno che qualcuno riconosca che lei "è". Allora l'io narrante le offre una cioccolata. Lei si scioglie, cominciano a parlare. Gli racconta la sua vita, di quando faceva la commessa in una pasticceria e guadagnava settanta centesimi alla settimana. Altri tempi: ora lei, come gli altri, non sa più cosa accade nel mondo. E per quanti sforzi si facciano, non si può più tornare indietro, recuperare il tempo ormai trascorso. Si può solo ballare: un ballo reale e metaforico insieme, perché sulle note scorrono come in un sogno gli anni non vissuti da questi degenti, Cecilia compresa: gli anni perduti.

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BiblioLorenzoLodi | 1 outra crítica | Jun 24, 2023 |
L'angoixa i patiment d'una mare, la Marina, quan sap que el seun fill de 18 anys, Gianluca, comença a estar relacionat amb el món de la droga. El seu únic fill, estimat, cuidat, protegit, de sobte comença una devallada al món infernal de la droga i tot el que l'acompanya. Ella ho fa tot per salvar la seva estimada criatura però cada cop la relació és més difícil i l'allunyament del fill és impossible d'aturar. El pare, Federico, és mor i ella sola ha de peregrinar per baixos fons i jutjats per intentar rescatar el seu fill. Sembla que tot està perdut però a la darrera pàgina del llibre una carta arriba des d'un centre de desintoxicació vinculat a la presó i s'obre un raig d'esperança pel retrobament.… (mais)
 
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Nuriagarciaturu | Dec 8, 2022 |
Un uomo riceve l'incarico di andare alla Casa dei Matti, padiglione I, per far compagnia ai degenti. Ed ecco spalancargli di fronte il mondo dell'ex manicomio, diverso da quello riformato coraggiosamente da Franco Basaglia, ma al tempo stesso sempre uguale, come un mito che non tramonta. Qui tutti hanno un'identità e una storia, anche se in frantumi. Tra l'odore del disinfettante e quello degli alimenti si aggirano Amalia, che si crede nobile, Anita, la "donna down" sempre col cappotto addosso, Maria che non fa che cantare, Olga, senza denti e con la mania religiosa, Berto, fissato con le parole crociate. E poi Cecilia: una donna molto anziana, di novantasei anni, di cui molti, troppi, trascorsi in manicomio, non si sa neppure perché. Cecilia è litigiosa, solitaria, bizzarra. Ma forse ha solo bisogno che qualcuno riconosca che lei "è". Allora l'io narrante le offre una cioccolata. Lei si scioglie, cominciano a parlare. Gli racconta la sua vita, di quando faceva la commessa in una pasticceria e guadagnava settanta centesimi alla settimana. Altri tempi: ora lei, come gli altri, non sa più cosa accade nel mondo. E per quanti sforzi si facciano, non si può più tornare indietro, recuperare il tempo ormai trascorso. Si può solo ballare: un ballo reale e metaforico insieme, perché sulle note scorrono come in un sogno gli anni non vissuti da questi degenti, Cecilia compresa: gli anni perduti.… (mais)
 
Assinalado
BibliotecaCSV | 1 outra crítica | May 7, 2015 |

Prémios

Estatísticas

Obras
13
Membros
56
Popularidade
#291,557
Avaliação
½ 3.7
Críticas
5
ISBN
15
Línguas
2

Tabelas & Gráficos