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The Story of San Michele (1929)

por Axel Munthe

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MembrosCríticasPopularidadeAvaliação médiaMenções
9421322,435 (4.18)17
This 'dream-laden and spooked' (Marina Warner, London Review of Books) story is to many one of the best-loved books of the twentieth century. Munthe spent many years working as a doctor in Southern Italy, labouring unstintingly during typhus, cholera and earthquake disasters. It was during this period that he came across the ruined Tiberian villa of San Michele, perched high above the glittering Bay of Naples on Capri. With the help of Mastro Nicola and his three sons, and with only a charcoal sketch roughly drawn on a garden wall to guide them, Munthe devoted himself to rebuilding the house and chapel. Over five long summers they toiled under a sapphire-blue sky, their mad-cap project leading them to buried skeletons and ancient coins, and to hilarious encounters with a rich cast of vividly-drawn villagers. The Story of San Michele reverberates with the mesmerising hum of a long, hot Italian summer. Peopled with unforgettable characters, it is as brilliantly enjoyable and readable today as it was upon first publication. The book quickly became an international bestseller and has now been translated into more than 30 languages; it is today an established classic, and sales number in the millions.… (mais)
  1. 00
    En osalig ande : berättelsen om Axel Munthe por Bengt Jangfeldt (Jannes)
    Jannes: Jangfeldts biografi är ett utmärkt komplement till Munthes egna berättelse.
  2. 00
    The Story of Axel Munthe por Gudrun Uexkull (rvdm61)
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Del prólogo del autor: «Parece que los críticos han encontrado considerables dificultades para clasificar La historia de San Michele, lo cual no me sorprende. Algunos han visto en el libro una autobiografía; otros, las memorias de un médico. A mi entender, no es ni una cosa ni otra. Ciertamente yo no hubiera podido emplear tantas páginas en escribir la historia de mi vida, aun sin omitir los capítulos más tristes y más densos de acontecimientos. Lo que sí puedo asegurar es que nunca tuve la intención de escribir un libro sobre mí mismo; al contrario, mi preocupación constante ha sido tratar de desembarazarme de esta vaga personalidad mía. Sea como fuere, si este libro ha resultado, a pesar de todo, una autobiografía, empiezo a creer, juzgando por su venta, que el modo más sencillo de escribir sobre sí mismo consiste en pensar en los otros; no hay más que sentarse cómodamente y mirar hacia el pasado con los propios ojos ciegos.»
  Natt90 | Jan 31, 2023 |
RBB-1
  Murtra | Jun 23, 2021 |
I'm not sure what my reaction was when finishing this book, but since "finally" was a possibility I'll not give it much credit. Not boring enough to drop, not interesting enough for me to want to keep reading. ( )
  Firons2 | Jan 31, 2021 |
5535. The Story of San Michele, by Axel Munthe (read 23 Feb 2018) This book in 1930 was the No.1 non-fiction best seller in the U.S. and in 1931 it was the no. 2 nonfiction best seller there. I had long heard of the book and because of its status as a best seller thought about reading it, having no idea as to what it was about. , having the vague idea it was something about World War One. It is called non-fiction, but there is a lot of fantasy in it, as well as the autobiographical material. However it has no date in it so we never learn when things happen, except by indirection. It helps to know that the author was born 31 Oct 1857 in Sweden. He tells of his youth in Sweden to some extent and that he became a doctor. He pretends to some modesty in regard to his ability but relates many successes as a doctor--though claims he never billed his patients. He tells of building his home on Capri, where he spent his summers. His references to World War One are minimal, though he did become a British citizen apparently about the time Henry James did, but never tells us why. The book was published in 1929, but there is not a reference to Mussolini or to any political events. So I was not very interested in the book although there are some kind of stirring speculations towards the end, including a dream-like account of appearing before St. Peter and trying to get into Heaven, but definitely theologically-light. There are things to be said for some aspects of the book but it could have been much better if he had given some dates and told the story chronologically. ( )
1 vote Schmerguls | Feb 23, 2018 |
La Capri di Axel Munthe
“La Storia di San Michele” è un libro che venne pubblicato nel lontano 1929. D’allora non è mai stato fuori stampa. E’ un libro che parla non solo di un’isola per tutte le stagioni, sempre alla moda, ma anche del suo autore, la figura di uno straordinario medico svedese che aveva settanta anni quando cominciò a scriverlo. Decise di scrivere per insegnare a se stesso l’uso della macchina da scrivere. Fu un libro che ebbe un immediato successo. Il titolo sembra essere del tutto improprio, perchè non è affatto un romanzo.

Amo “La Storia di San Michele” per varie ragioni. La prima è che l’aveva mio padre nella sua biblioteca, in una edizione Mondadori del 1931, se non erro. Lui, piccolo titpografo ed editore, aveva letto e condiviso con il suo caro amico di letture “Totonno”, le recensioni del libro apparse sul “Corriere” e su “Il Mattino”. I due amici bibliomani non ebbero il piacere e l’opportunità di visitare quell’isola magica perchè troppo lontana dal loro piccolo e limitato mondo di provincia meridionale. Ci sarebbe voluta un’intera giornata di viaggio per attraversare in treno la Valle del Sarno, dove vivevano, alle spalle di “sterminator Vesevo”. Sarebbero dovuti arrivare a Napoli ed imbarcarsi su di un battello al molo Beverello, per quell’isola che tanto affascinava viaggiatori provenienti dalle parti più disparate del mondo. Non era una cosa facile a farsi a quel tempo. Un mondo del tutto diverso da quello di oggi. In solo qualche ora oggi ci arrivi da qualsiasi parte del mondo. Quando ci sei arrivato e l’hai visitata e posseduta, quell’isola diventa come se non ci fosse mai stata. Appunto: “l’isola che non c’è”.

Tutto resta come un abbaglio: una magia, una malia. Come magico ed ammaliante poteva essere il canto delle sirene che stordì Ulisse in quelle stesse acque qualche millennio fa. Un’altra ragione per amare questo libro è il fascino straordinario che emana la figura e la vita del suo autore: Axel Munthe. Terza, decisiva ragione consiste nel fatto che la lettura del libro ben si abbina con una visita all’isola di Capri. Anzi è una chiave di lettura fondamentale per entrare nello spirito dell’isola delle sirene. Ultimo, ma non meno importante motivo per fare questa lettura è che sia il libro che il suo autore possono, come dire, “materializzarsi”, visitando i luoghi dove l’autore ha vissuto e scritto la sua straordinaria vicenda esistenziale: la Villa sul Monte San Michele di Anacapri.

“In una Capri dove l’incanto luminoso della natura prende risalto dalla penombra segreta della storia e del mito, Axel Munthe, medico di fama internazionale, trova il proprio luogo di elezione, la terra dove costruire San Michele, la splendida casa in cui potrà essere pienamente se stesso. “La Storia di San michele” fu scritta su consiglio di Henry James in un momento particolarmente doloroso per l’autore ormai anziano, malato agli occhi, tormentato da un’angosciosa insonnia. Raccontando l’impegnativa e gioiosa realizzazione di un sogno, Munthe racconta di sè e dei suoi tempi, rievoca un’Europa cancellata dal conflitto mondiale, testimonia il drammatico nascere di un nuovo mondo, ma sopratutto coglie con straodinaria semplicità il legame profondo che intreccia ogni esistenza alle altre in un fluire di vita tra uomini, animali e luoghi. Nel rifugio che si è creato egli può consapevolmente ripercorrere i propri ricordi e attingere a quella fonte della saggezza che sgorga “nel nostro suolo, tra i profondi abissi dei nostri solitari pensieri e sogni”.

Molti critici hanno avuto difficoltà a definire questo libro come un romanzo. In effetti si può dire che il libro è una sorta di autobiografia, un libro di memorie, un diario esistenziale. Qualcuno addirittura l’ha definito “a story of death”, una “storia della morte” come lo stesso Munthe dice in una delle sue prefazioni al libro: “Forse a ragione, perchè la morte abbandona raramente il mio pensiero… Ho tanto lottato con la mia lugubre collega; sempre sconfitto, l’ho vista uccidere, uno dopo l’altro, tutti quelli che ho cercato di salvare …”. Ma Munthe, oltre che un esimio medico, fu anche un abile scrittore, grande narratore di storie e per questa ragione il suo può bene definirsi “romanzo”, per la sua capacità di forzare la realtà, sublimandola, facendo diventare il suo “vissuto” realtà romanzata. Un’altra osservazione importante circa questo libro va fatta da un punto di vista strettamente linguistico. Axel Munthe era nato in Svezia, era stato educato sia in patria che in Francia dove aveva anche lavorato, come aveva fatto anche in Italia. Aveva sposato una donna inglese ma non aveva mai risieduto in maniera stabile in Inghilterra. Eppure, nonostante ciò, al suo inglese non c’è nulla da rimproverare. La sua è una prosa chiara, scorrevole, densa di immagini. La punteggiatura precisa e rigorosa. Va ricordato anche che quando scrisse il suo libro il dottore era già quasi cieco ed usava la macchina da scrivere per la prima volta.

Se diamo una rapida occhiata all’indice della “Storia di San Michele” noteremo che gli argomenti spaziano dal suo primo arrivo a Capri, con cui si apre il romanzo, passa per la Francia, per Napoli, la Lapponia, la Svezia, Roma, Messina, attraversa il colera, il terremoto, i manicomi, gli ospedali e le tragedie umane di ogni genere, sempre in aiuto di chi ne aveva bisogno, per concludersi nella Villa ad Anacapri da dove fu poi costretto ad “andare via durante la guerra per due pagnotte di pane”. Una vita, quindi, che è un “romanzo”, o meglio ogni sezione del libro è un “romanzo” a sè. Tutto comincia da Capri e ogni cosa ha la sua conclusione nell’isola, nella vecchia Torre di Anacapri. Un consiglio da dare a chi sta per fare un viaggio a Capri è quello di leggere “La Storia di san Michele” prima di partire. E, sopratutto, una volta arrivati lì salire ad Anacapri e visitare la Villa di Axel Munthe sostando accanto alla Sfinge sul belvedere verso l’infinito.

Axel Munthe, nato a Oskarshamn, in Svezia il 31 ottobre del 1857 è morto a Stoccolma l’11 febbraio del 1949, fu, al suo tempo, uno degli svedesi più conosciuti. Trascorse la maggior parte della sua vita all’estero e deve la sua notorietà soprattutto alla sua opera di scrittore, filantropo e amico degli animali. A 23 anni si laurea in medicina a Parigi, dove apre il suo primo studio e sposa la svedese Ultima Hornberg. Nel 1884 corre a Napoli per soccorrere la popolazione colpita dal colera. Nel 1890 apre uno studio a Roma e consolidala sua fama di medico affermato e alla moda. In seguito viene nominato medico personale della regina Victoria di Svezia, che restò sempre sua paziente fino alla morte, avvenuta nel 1903. Dal secondo matrimonio, nel 1907, con l’inglese Hilda Pennington Mellor nascono due figli maschi. Nel 1943 Munthe lascia l’isola di Capri, dove ha vissuto - tranne breve pause - più di sessant’anni, e si ritira a Stoccolma, ospite del re Gustavo V a Palazzo Reale. Morirà nel 1949 a novantadue anni.

( )
  AntonioGallo | Nov 2, 2017 |
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Nome do autorPapelTipo de autorObra?Estado
Munthe, Axelautor principaltodas as ediçõesconfirmado
BURNETT, TimIntroduçãoautor secundárioalgumas ediçõesconfirmado
GORTER-KEYSER, J. E.Tradutorautor secundárioalgumas ediçõesconfirmado
RODOCANACHI, PaulTradutorautor secundárioalgumas ediçõesconfirmado
UEXKÜLL-SCHWERIN, G.Tradutorautor secundárioalgumas ediçõesconfirmado
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Editores da Editora
Autores de citações elogiosas (normalmente na contracapa do livro)
Língua original
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DDC/MDS canónico
LCC Canónico

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This 'dream-laden and spooked' (Marina Warner, London Review of Books) story is to many one of the best-loved books of the twentieth century. Munthe spent many years working as a doctor in Southern Italy, labouring unstintingly during typhus, cholera and earthquake disasters. It was during this period that he came across the ruined Tiberian villa of San Michele, perched high above the glittering Bay of Naples on Capri. With the help of Mastro Nicola and his three sons, and with only a charcoal sketch roughly drawn on a garden wall to guide them, Munthe devoted himself to rebuilding the house and chapel. Over five long summers they toiled under a sapphire-blue sky, their mad-cap project leading them to buried skeletons and ancient coins, and to hilarious encounters with a rich cast of vividly-drawn villagers. The Story of San Michele reverberates with the mesmerising hum of a long, hot Italian summer. Peopled with unforgettable characters, it is as brilliantly enjoyable and readable today as it was upon first publication. The book quickly became an international bestseller and has now been translated into more than 30 languages; it is today an established classic, and sales number in the millions.

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