Nel grande cascione dei libri di Ascea, preziosa eredità di papà e nonno, trovo piccole chicche; come questo libro di Giovanni Mosca, un grande giornalista e scrittore, fondatore con il mio Giovannino Guareschi del formidabile “Candido”. Mosca fa un’operazione molto innovativa per quel periodo, e quel contesto storico, proponendo al lettore le satire di Orazio con una formula semplice: consentire al lettore di entrare nel mondo della letteratura latina dalla porta principale, quella della semplicità. Mosca propone, correttamente, il testo latino a fianco, ma la prosa con cui propone i testi di Orazio è di una semplicità disarmante. E la lettura di Orazio è splendida, si comprende l’attualità del pensiero del poeta lucano. Orazio era un epicureo moderato, le sue satire trasudano buon senso. Ormai è chiaro che ho seri problemi con il latino, gli studi classici sono sempre più lontani e credo che sia arrivato il momento di riprendere in mano vecchi manuali. Prima di diventare troppo vecchio anche io. ( )