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Críticas

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Good. I think Truffaut could've gone into more detail and pulled more out, while being a little less critical about some of his concerns. It's obvious Hitchcock really didn't have much feedback on his opinions. And I also wish he would've talked more about the social and political implications of the films, as opposed to the psychology and morals. Still, it holds a great deal of practical information for film students, as well as behind-the-scenes information for movie buffs.
 
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JuntaKinte1968 | 16 outras críticas | Dec 6, 2023 |
Paris, septembre 1942. Lucas Steiner, le directeur du théâtre Montmartre a dû fuir parce qu’il est juif. Sa femme Marion Steiner dirige le théâtre et engage Bernard Granger, transfuge du Grand Guignol, pour jouer à ses côtés dans ”la Disparue”, que met en scène Jean-Louis Cottins. Jusqu’au soir de la générale, la troupe subit les menaces du virulent critique de ”Je suis partout”, Daxiat, dont l’ambition est de diriger la Comédie- Française. Et si, par amour pour sa femme, Lucas Steiner avait fait semblant de fuir la France et était resté caché dans la cave de son théâtre pendant toute la guerre… (fonte: retro del dvd)
 
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MemorialeSardoShoah | 5 outras críticas | Nov 14, 2023 |
Per parlare di questo straordinario libro di Cinema, una sorta di Bibbia per gli appassionati (la “c” non è maiuscola casualmente), è necessario contestualizzare protagonisti e periodo. O meglio intervistatore ed intervistato, perché è di questo che stiamo parlando, di un’appassionata intervista di cinquecento domande messe nero su bianco, srotolando qualcosa come cinquanta ore di registrazioni raccolte, come dice l’autore, dalle nove del mattino alle sei del pomeriggio. Questo è “Il cinema secondo Hitchcock” di François Truffaut (Il Saggiatore 2014, traduzione Giuseppe Ferrari e Francesco Pititto).

Siamo nel 1962 e Alfred Hitchcock (l’intervistato), londinese classe 1899, è già considerato un Maestro con quasi cinquanta film nel suo carniere, alcuni dei quali già universalmente noti come capolavori della suspance: “Il pensionante” (The Lodger: A Story of the London Fog, 1927), “Rebecca, la prima moglie” (Rebecca, 1940), “Notorious, l’amante perduta” (Notorious, 1946), “Nodo alla gola” (Rope, 1948) e il celeberrimo “Psyco” del 1960”, cui sarebbe poi seguito nel 1963 l’altrettanto incredibile “Gli uccelli” (The birds). François Truffaut (l’intervistatore), già ben conosciuto d’oltralpe per la sua attività di critico cinematografico per la rivista “Cahiers du Cinéma”, che nel 1962 ha trent’anni, ha già al suo attivo la regia di ben tre pellicole: “I quattrocento colpi” (Les quatre-cent coups, 1959) considerato un esordio strepitoso sul grande schermo, “Tirate sul pianista” (Tirez sur le pianiste, 1960) e il fresco di montaggio “Jules e Jim” del 1961.

Truffaut, che considera il regista britannico come un punto di riferimento della cinematografia d’autore, è piuttosto infastidito dalla leggerezza con cui la stampa americana tende ad intervistare ed a ritrarre quello che lui considera un genio, ancor più se si pensa che lo stesso Hitchcock è naturalizzato americano: egli, infatti, che sbarca ad Hollywood negli anni Quaranta, non se ne andrà più via dagli States.

“Ricordi che, per definizione, i critici non hanno immaginazione e questo è normale. Un critico troppo dotato di immaginazione non potrebbe più essere obiettivo. È proprio questa mancanza di immaginazione che li porta a preferire le opere più spoglie, più nude, perché danno loro la sensazione di poter quasi esserne gli autori”.

Ecco allora l’idea del regista francese di realizzarla lui un’intervista al mito. Una lunga chiacchierata sul cinema, sulla sua carriera, ma soprattutto sui suoi film, tutti suoi film (trovo per cui inutile citare qui la filmografia), per meglio comprenderli e conoscerne genesi, nascita, costruzione, ma soprattutto retroscena. Per farlo gli scrive una lettera in cui esterna una tale ammirazione che l’autore de “L’uomo che sapeva troppo” non può che accettare d’incontrarlo. E ciò si concretizza in una settimana di appuntamenti nell’estate del 1962 negli studios californiani della Universal in cui i due uomini di cinema, anticipando celebri docuserie in cui i registi di successo si intervistano a vicenda, penetrano a fondo e con straordinaria chiarezza e lucidità, nel lavoro di Hitchcock.

Lo fanno senza dimenticare nulla, partendo dal racconto di un Hitchcock che, al suo esordio nel mondo del cinema nel 1920, si occupava di creare le illustrazioni dei titoli nel film muti. Ed è proprio dal cinema muto che inizia questo viaggio che, con un’accurata fedeltà cronologica, guarda all’interno dei fotogrammi di ogni pellicola “hitchcockiana”, svelando le idee, la tecnica, il montaggio, gli effetti utilizzati, ma soprattutto offrendo a chi legge un’immagine del grande regista che va ben oltre quella di un illuminato direttore cinematografico, riscoprendo in lui un esperto della fotografia e delle ripresa, un arguto scenografo, ma anche un costumista, uno sceneggiatore, persino un tecnico delle luci. Tutto ciò per comunicare che il successo di ogni suo film era il condensato di un insieme di competenze che, legate tra di loro, sono il cinema stesso. Quelle conoscenze tecniche capaci di esaltare ingegno e creatività. Un aspetto non colto dalla critica di quell’epoca, anzi deriso, che vedeva in quella “manualità da maestranza” una sorta di declassamento del sacro ruolo del regista.

“Quando è stato inventato, il cinema è servito innanzitutto a registrare la vita; era allora un’estensione della fotografia. È diventato un’arte quando ha smesso di essere documentario”.

La prima edizione di quello che potremmo definire un vero manuale di cinema, nel senso quasi accademico del termine (vi si affrontano anche elementi sulle tecniche di ripresa, così come sul montaggio), fu pubblicata dall’editore francese Robert Laffont nel 1967. Soltanto dopo la morte di Alfred Hitchcock, François Truffaut riprese tra le mani il manoscritto, nel 1983, limitandosi però ad arricchirlo di una interessante prefazione e di un nuovo capitolo dedicato agli ultimi anni della carriera del grande regista anglo americano. Lo stile è quello schematico di un’intervista, a domanda risposta, anche se la rigidità di un tale flusso di scrittura è equilibrata dal fatto che la lettura può essere ripresa dopo un’interruzione in qualsiasi momento e senza difficoltà. Non ci si lasci però intimorire dal livello “specialistico” su cui verte la lunga intervista: la modalità con cui Truffaut si pone a fronte del Maestro si offre a risposte fluide, ben leggibili, sovente cariche di quella ironia tipica di Alfred Hitchcock.

Come ho già avuto modo di scrivere, l’appassionato trova in questo libro tecnica, stile, psicologia e retroscena di ogni film in cui il Maestro cercava sempre e con ostinazione di coniugare emozione ed attenzione. Ed in questo va dato merito all’autore di questo volume, che grazie alla sua competenza, pone l’accento su interessanti riflessioni sul linguaggio cinematografico. Vi trova però spazio anche il racconto dell’uomo Hitchcock, di una vita suddivisa tra i periodi inglese e americano, si rispolverano ricordi ed emozioni, successi inaspettati, delusioni impreviste e curiosità, tante curiosità. Tra queste i suoi cameo oppure l’invenzione di quello che egli battezzò “MacGuffin”, un espediente narrativo che, pur catalizzando l’attenzione di chi guarda, poco o nulla c'entra con la trama, una sorta di clamoroso depistaggio per lo spettatore di cui Hitchcock amava fare sfoggio. Ne da prova magistrale, ad esempio, in “Psyco” dove il film inizia con il furto di denaro da parte di una ragazza che, nella sua fuga dalla città, lo nasconde in una busta che sarà ripetutamente ed insistentemente inquadrata, dando l’impressione di essere la chiave per risolvere un mistero, salvo poi che la trama prenderà una piega del tutto diversa e la busta uscirà di scena.

“Il cinema secondo Hitchcock” è una grande confessione, sincera, fluente. Oltre a ciò c’è però molto altro: Charlie Chaplin, Fritz Lang, Buster Keaton, David W. Griffith. E scusate se è poco!

Pubblicato su: https://www.territoridicarta.com/blog/il-cinema-secondo-hitchcock-di-fran%C3%A7o...
https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/
 
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Sagitta61 | 16 outras críticas | Sep 12, 2023 |
A book made from François Truffaut’s famous interviews with Alfred Hitchcock originally published in 1967 and comprising a review of his films and related discussions. It is interesting for occasional Hollywood type stories about celebrities, disussion of the various techniques that Hitchcock invented, Truffaut’s insight into the relationship among Hitchcock’s films and for what it reveals about H. himself. Many excellent still images from his movie sets are included. We are also reminded of the business aspect of film making. Hitchcock relates that it is more difficult for the audience to commiserate with Robert Cummings (whom I watched as a kid in “Love that Bob” episodes. [The magic of You tube reveals that it co-starred Dwayne Hickman!]) than with Jimmy Stewart, since there is suspense only if we feel that we know the protagonist, and he recounts several instances of a film being less than he wanted because of whom he was obligated to cast in a key role. Mention is also made of the effect of the disappearance of the star system on his career in the 60s.
You can learn a lot about movies and suspense movies in particular here, e.g. “The better the villain, the better the picture”. Truffaut is always interested and complimentary, but Hitchcock’s understated humor is sometimes difficult to enjoy on the written page.
 
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markm2315 | 16 outras críticas | Jul 1, 2023 |
Una radiante lección de cine. 500 preguntas en casi 50 horas grabadas de una conversación mítica entre dos de los mejores cineastas de la historia: Alfred Hitchcock y François Truffaut, quien más que autor del libro, se consideraba un provocador del mismo. En primera persona, Hitchcock da una cátedra sobre los principales elementos de la cinematografía: producción, guion, fotografía, sonido, montaje y hasta promoción de películas; el mago del suspenso va desglosando su obra entera cinta por cinta, hablando de eventos personales y profesionales con los que tuvo que lidiar, además de confesar la gestación de ideas, guiones y la complejidad de la mise-en-scène. Es tal la importancia e influencia de El cine según Hitchcock, que directores de la talla de Martin Scorsese y Wes Anderson no sólo reconocen haberlo leído, sino que regresan a su lectura eventualmente.
 
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armandoasis | 16 outras críticas | Mar 27, 2023 |
 
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archivomorero | 16 outras críticas | Dec 15, 2022 |
Dal romanzo di Ray Bradbury: in una società futuristica, condannata all'ignoranza da un potere dispotico che condanna i libri al rogo, il pompiere incendiario Montag incontra Clarissa che ama la lettura, comincia a leggere per curiosità e non smette più, diventando un fuorilegge. (fonte: retro del dvd)
 
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MemorialeSardoShoah | 5 outras críticas | Dec 6, 2022 |
2021 movie #224. 1960. Jean-Luc Godard's highly influential movie starring Belmondo (the film made him a star) as a petty crook in Paris who kills a policeman and tries to get his American girlfriend (Seberg) to run to Rome with him. Godard pioneered the use of jump-cuts here.
 
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capewood | 3 outras críticas | Jan 1, 2022 |
在半世紀前,十九歲的少女何義思教士從美國蒙召前來中國傳道,她在廣東省南海縣一個小鎮建立了希伯崙教會,又在附近十多處鄉鎮建立福音堂、孤兒院、婦女織造廠。她毫無保留的奉獻自己,以百折不撓之精神推展傳道聖工,至八十歲始回國退休。本書是其自傳的增修版,全面而具體地記述了她在工場上的許多見證,其事蹟歷久常新,極能激發信徒愛主救靈的心。
 
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CCCClibrary | 16 outras críticas | Dec 13, 2021 |
As much as I love The Most Beautiful Woman Who Ever Lived, Catherine Deneuve's presence doesn't elevate this movie to the so-so level. Disappointing.
 
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wdwilson3 | 5 outras críticas | May 3, 2021 |
Re the Other movie, I understand also supposed to be a classic, Pompous Muriel and her Utterly Dreary Sister.

I have no idea if the scene in which Muriel confesses that she has been a practictioner of the art of onanism since she was a small girl is supposed to be moving. In practice it is hilarious. All the sex is. Where she decides to lose her virginity to Claude (honestly, what WAS she thinking of), I can't imagine how she had the strength to walk out afterwards, the bed was just covered in her blood.

Still, there it is. The Confession. As it happens I was listing this book the next day...

Teasley, D.O Where Do They Come From?: A book for children, explaining in simple, modest words the mystery of the origin of life and the sacredness of procreation.

An American publication of WWI vintage. It was thus inscribed on the front free endpaper ‘Presented to my boy Martin on his thirteenth birthday with the sincere wish that God by his grace may guard him against secret sins that harm both body and soul. From his father October 17th 1919’. There is a little pencil underlining, mostly in sections concerned with ‘this vile practice of abusing the private parts of your body’.

If only Muriel's mother had been a more responsible person and given her this tome early in life. Or prevented her from sleeping with little girls who were so practised in the arts of touching oneself up.

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Let's all join hands and run around in a circle chanting:

Verse one:

Truffaut is a wanker, Truffaut is a wanker.

Verse two:

Jim and Jules are wankers. Jim and Jules are wankers. Catherine is one too-oo, Catherine's one too.

Verse three re Muriel and Anne:

The girls and Claude are wankers. The girls and Claude are wankers*.

Chorus: As for Roche. Geez. Numero uno wanker.

End.

* I'm sorry, this is a bit of a spoiler since Muriel is oh so literally a wanker, having spent nights in bed at the age of 8 with another 8 year old girl naked and lasciviously discovering the joys of masturbation. She suffers the entire film for it, but why oh why should we?

The more I think about it, the more respect I have for Russ Meyer. http://www.goodreads.com/review/show/145173126 More big-breasted women in sticky situations fighting their way out. Pl-eeasssee.

 
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bringbackbooks | Jun 16, 2020 |
Il triangolo più famoso della storia del cinema. La vita di due amici viene folgorata dall'incontro con Catherine. (fonte: Wikipedia)
 
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MemorialeSardoShoah | 6 outras críticas | May 13, 2020 |
Parigi, 1942: a causa del coprifuoco, l'ultimo metrò parte alle 20,30, ma il teatro, nonostante la paura, è frequentatissimo. Il proprietario e direttore del Teathre Montmartre è costretto, in quanto ebreo, a vivere nascosto nella cantina del suo teatro, da dove continua a lavorare e a dirigere all'insaputa degli stessi attori. Per tutti, a dirigere l'impresa è la moglie Marion. (fonte: Cdec)
 
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MemorialeSardoShoah | 5 outras críticas | Feb 18, 2020 |
per una stupida bravata, cinque ricchi scapestrati provocano involontariamente la morte di un poveraccio che stava uscendo dalla chiesa dove si era celebrato il suo matrimonio. La sposa decide di vendicare il marito e uccide, uno dopo l'altro, quattro dei responsabili. L'ultimo è in prigione e lei, per raggiungerlo, si costituisce.
 
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BiblioLorenzoLodi | 2 outras críticas | Jan 7, 2020 |
interesting pictures from the movie
 
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mahallett | Apr 28, 2019 |
"La Mariée Etait en Noir" is François Truffaut's homage / pastiche of the works of Alfred Hitchcock. The story, from the novel by Cornell Woolrich, sees Julie (Jeanne Moreau) as a mysterious femme fatale who kills successive men in meticulously planned assassinations. It is slowly revealed that she is on a mission of revenge to kill the five men who accidentally gunned downed her husband on the steps of the church moments after they were married. The film is beautifully constructed by Truffaut - it is taut, cool and stylish and isn't afraid to let the mystery linger. It is also full of gleeful references to Hitchcock, both in homage and at times comedically. The cinematography is beautiful and a great score by Bernard Hermann adds to the Hitchcockian charm. Topping it all off is Jeanne Moreau who is excellent as the bride on a "roaring rampage of revenge".½
 
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calum-iain | 2 outras críticas | Feb 17, 2019 |
Durante 27 horas e respondendo a 500 perguntas, Hitchcock detalhou a construção de cada um de seus filmes. A entrevista é uma série didática ou simplesmente recreativa que perfaz a cronologia (1920s-1970s) do mestre do suspense focada por outro grande (Truffaut) que antes de ser cineasta fôra um dos melhores críticos da revista Cahiers du Cinéma.
 
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jgcorrea | 16 outras críticas | Jan 1, 2019 |
> En 1955, François Truffaut rencontre Alfred Hitchcock pour les Cahiers du cinéma. En 1962, Jules et Jim vient consacrer son talent de cinéaste et il prépare La peau douce (1964), de son aveu même le plus hitchcockien de ses films. Aux États-Unis, Hitchcock, avec Frenzy (1962), est au faîte de sa créativité et de son succès. Mais les critiques restent réticents.
Naît alors l'idée du « Hitchbook » : un livre dont Truffaut serait l'initiateur, le « provocateur » même, et qui révèlerait la vraie nature de l'homme, vulnérable, sensible, et aussi les secrets perdus que détiennent les grands cinéastes qui ont commencé à l'époque du muet.
Hitchcock accepte le principe de répondre à 500 questions portant exclusivement sur sa carrière. Pendant cet entretien qui va durer 4 ans, Truffaut va l'interroger à la façon dont Œdipe allait consulter l'Oracle. Il tentera d'élucider à travers toute l'œuvre de Hitchcock les mécanismes de ce « langage d'émotion » qui est le ressort de son style inimitable et le classe dans la catégorie des « artistes inquiets comme Kafka, Dostoïevski ou Poe ».
Pauline Hamon (Culturebox)
 
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Joop-le-philosophe | 16 outras críticas | Dec 28, 2018 |
Am liebsten schwänzt Antoine Doinel die ihm verhasste Schule und schaut sich Filme im Kino an. Dafür kassiert er von seiner hartherzigen Mutter und seinem Stiefvater regelmäßig Schläge. Als er mit einem Freund eine Schreibmaschine stiehlt und gefasst wird, kommt er in ein Heim für Schwererziehbare. Auch hier hagelt es Schläge en masse. Einfühlsam erzählte Francois Truffaut 1959 die Geschichte des 13-jährigen Antoine in seiner herzlosen Umwelt. Sein stark autobiografisches Regiedebüt ist eine ungestüme Auflehnung gegen ein diktatorisches Schulsystem und fehlende familiäre Bindungen. Der Figur des Antoine Doinel, grandios verkörpert von Jean-Pierre Leaud, widmete der Franzose bis 1978 noch vier weitere Filme.

Filmemacher Francois Truffaut wurde am 6. Februar 1932 in Paris geboren. Truffauts Faszination für das Kino begann 1946. Heimlich schaute er unzählige Filme in den Pariser Kinos, die ihm Wärme und Zuflucht in den Kriegsjahren boten. Er war zudem ein häufiger Besucher der Filmklubs, wo er auf Claude Chabrol, Eric Rohmer, Jean-Luc Godard und Jacques Rivette traf. Sein väterlicher Freund, der Filmkritiker Andre Bazin, ermutigte Truffaut, über Filme zu schreiben und ermöglichte ihm Reisen zu Filmfestivals. Truffauts erste Artikel erschienen 1950 und er stieg rasch zu einem angesehenen Filmkritiker auf. Mehr als 700 Beiträge schrieb er für die Zeitungen "Travail et Culture" und "Arts" sowie für die renommierte Filmzeitschrift "Cahiers du cinema". Seine offene Kritik am französischen Film und der dominanten Rolle der Drehbuchautoren machten ihn zu einem der Initiatoren der "Nouvelle Vague", die ab Ende der 1950er-Jahre die französische Filmindustrie prägte. Truffaut forderte die zentrale Rolle des Regisseurs ein: "Ein guter Regisseur war der Autor eines Werkes, indem jeder Film einen erkennbaren Stil darstellt, der eine einheitliche persönliche Vision ausdrückt."
"Als ich 13 Jahre alt war, hatte ich es sehr eilig erwachsen zu werden, um endlich alle Arten schlimmer Dinge zu tun und dafür nicht bestraft zu werden. Es schien mir, dass das Leben eines Kindes nur aus Verstößen besteht und das eines Erwachsenen nur aus Versehen." (Francois Truffaut)
"Bis heute besticht das Drama durch die unsentimental anrührende Darstellung seines Helden, durch einen mit lakonischem Spott gesalzenen poetischen Realismus und stimmungsvolle Schwarzweiß-Bilder; vor 50 Jahren traf es mitten ins Lebensgefühl einer zornigen Nachkriegsjugend. Heute trifft es noch immer." (Ilse Henckel, KulturSPIEGEL)
 
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Aficionado | 4 outras críticas | Dec 26, 2018 |
Parigi, attorno al 1912. Il tedesco Jules e il francese Jim sono diventati amici inseparabili uniti dalla passione per la letteratura e le lingue e per le donne (che Jim presenta all'inesperto amico). Un giorno vengono colpiti dall'immagine della testa di una statua dal sorriso enigmatico. Incontreranno Catherine, che le somiglia molto. Jules ne è attratto e avverte Jim che non vuole condividerla con lui. L'amico si ritrae ma, dopo il conflitto che li impegna su fronti opposti, i due si ritrovano. Ora la coppia vive in campagna ed è nata una bambina, Sabine. Ma Catherine non ama più Jules e a questo punto Jim può ammettere anche con se stesso l'attrazione che ha sempre provato per lei. Jules è pronto ad accettare la situazione.
 
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MemorialSardoShoahDL | 6 outras críticas | May 3, 2018 |
I quattrocento colpi
Les 400 coups
Fr. 1959
GENERE: Dramm. DURATA: 93′ FOTOGRAFIA: BN VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 4 PUBBLICO: 3
REGIA: François Truffaut
ATTORI: Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, Claire Maurier, Patrick Auffay, Georges Flamant, Jeanne Moreau, Jean-Claude Brialy, Jacques Demy, François Truffaut

Piccolo parigino, trascurato dai genitori, scappa di casa due volte, ruba, è chiuso in un riformatorio da dove fugge per arrivare al mare che non aveva mai visto. Straordinario 1° lungometraggio di F. Truffaut che, premiato per la regia a Cannes, contribuì al lancio della Nouvelle Vague francese. 1° film della serie Antoine Doinel che – caso unico nella storia del cinema – segue un personaggio dall'adolescenza alla maturità. Uno dei film più teneri e lucidi sull'infanzia incompresa, tema che attraversa tutta l'opera del regista. Cinepresa mobilissima, fotografia in Dyalscope e bianconero di Henri Decaë. Faire les 400 coups = fare una vita agitata, dissipata.
 
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omar.cominelli | 4 outras críticas | Dec 28, 2017 |
4 and a half stars. illuminating conversations over four years with Hitchcock about all his movies in detail.½
 
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macha | 16 outras críticas | Nov 7, 2017 |
Jules ja Jim (ransk. Jules et Jim, Suomessa myös nimellä Jules ja Jim – rakkauden hymy) on François Truffaut’n ohjaama ranskalainen draamaelokuva vuodelta 1962. Se perustuu Henri-Pierre Rochén samannimiseen romaaniin.
Jules ja Jim oli Truffaut’n kolmas elokuva ja sitä pidetään yhtenä hänen parhaista ja rakastetuimmista elokuvistaan. Se oli myös ranskalaisen elokuvan uuden aallon merkittävimpiä elokuvia
Rochén omaelämäkerralliseen esikoisromaaniin perustuvassa elokuvassa eletään ensimmäistä maailmansotaa edeltäviä ja sen jälkeisiä vuosia (1912–1932). Kaksi nuori miestä, saksanjuutalainen Jules (Oskar Werner) ja ranskalainen Jim (Henri Serre) tapaavat Pariisissa vuonna 1912, ystävystyvät kauniin ja vapaamielisen Catherinen (Jeanne Moreau) kanssa ja rakastuvat häneen molemmat. Jules avioituu Catherinen kanssa, mutta sodan jälkeen heidän liittonsa kariutuu ja Jim tulee uudestaan kuvioihin, traagisin seurauksin...(Wiki: https://fi.wikipedia.org/wiki/Jules_ja_Jim)
 
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Asko_Tolonen | 6 outras críticas | Jul 16, 2017 |
Fahrenheit 451 on François Truffaut'n ohjaama brittiläinen tieteiselokuva vuodelta 1966. Se pohjautuu Ray Bradburyn romaaniin Fahrenheit 451.
Fahrenheit 451 on Truffaut'n ainoa englanninkielinen elokuva ja ainoa tieteiselokuva. Sitä pidetään moralistisena dystopiana, kummajaisena joka kiehtovuudessaan on outo. Vahva värimaailma ja tunnelma pehmentävät sen jyrkkää sanomaa. Myös itse kolkkoa tarinaa Truffaut on pehmentänyt ihmisläheisempään suuntaan.
(Wiki:https://fi.wikipedia.org/wiki/Fahrenheit_451_(vuoden_1966_elokuva)
 
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Asko_Tolonen | 5 outras críticas | Jul 16, 2017 |