Carregue numa fotografia para ir para os Livros Google.
A carregar... La bella di Lodipor Alberto Arbasino
Nenhum(a) A carregar...
Adira ao LibraryThing para descobrir se irá gostar deste livro. Ainda não há conversas na Discussão sobre este livro. sem críticas | adicionar uma crítica
Não foram encontradas descrições de bibliotecas. |
Current DiscussionsNenhum(a)Capas populares
Google Books — A carregar... GénerosSistema Decimal de Melvil (DDC)853.914Literature Italian and related languages Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Classificação da Biblioteca do Congresso dos EUA (LCC)AvaliaçãoMédia:
É você?Torne-se num Autor LibraryThing. |
First publ. 1961 in the periodical Il mondo; first ed. in volume 1972 by Einaudi.
Lei è bella, ricca, di buona famiglia. Lui è sexy, un po’ proletario, solo. S’incontrano al mare durante il Carnevale di Viareggio e per qualche anno continueranno a trovarsi, a volte per caso, altre cercandosi, in un gioco di sesso e tiri mancini e furti e arresti. Non hanno molto in comune, ma ciò che fisicamente li unisce finirà per unirli in una coppia divertita e mal assortita..
Nel pieno del boom degli anni Sessanta, Alberto Arbasino scrive, per la rivista Il Mondo, un racconto intitolato La bella di Lodi e, già nel 1963, collabora alla realizzazione del film omonimo con Mario Missiroli. Dieci anni dopo, lo scrittore riprende il racconto, e il film, e li trasforma in un romanzo, oggi edito da Adelphi (168 pagg, 8 €). Non stupisce quindi l’impostazione tutta cinematografica de La bella di Lodi, commedia di descrizioni e immagini e trama, più che d’introspezione e pensiero.
Lungo un’Autostrada del Sole appena costruita, i due protagonisti s’incontrano e si lasciano e si avvinghiano al di là dei conflitti di classe in ogni luogo loro propizio, tra pinete, motel e autogrill. Non cambiano mai, rimangono sempre quelli che sono, ma, di volta in volta, si avvicinano sempre più spinti prima dal sesso, poi da una sorta d’amore.
Lei, grande fiuto per gli affari, piena di amici e con forte senso della famiglia, rincorre il giovane sexy e con le mani grandi che lavora prima come meccanico in un garage, poi come saltimbanco in una compagnia teatrale itinerante. E, senza mai doversi impegnare troppo, conquista lui e si fa conquistare, chissà in che modo, chissà se per sempre.
Dunque l’impalcatura del mèlo c’è tutto: una ragazza viziata e volitiva incontra un giovane squattrinato e bellissimo e con lui inizia una storia d’amore fatta di fughe e incontri nei luoghi più impensati, lontana dalla villa familiare e con la sola idea in testa di vivere il proprio amore. E invece Arbasino dà a tutta la vicenda un’impronta realistica, ben radicata nella materia, nel buon senso, senza che la trama inghiottisca mai i personaggi al punto tale da costringerli lontani dalla propria natura inconfondibilmente pratica. E infatti:
Beninteso, lei non interrompe neanche per un momento i rapporti con la famiglia come facevano quelle deficienti che finivano scacciate di casa senza la lira nei drammi lacrimevoli dell’Ottocento [...], o peggio ancora seguivano una loro vocazione di Rinnegate&Felici abbracciando una loro vita di Bohème o di Butterfly o di Tabarro, con la loro creaturina illegittima dentro un fagotto a pied-de-poule. Neanche una strada classica o classicheggiante, segue né la prostituzione, né il convento, né la sinsistra, né l’hashish, né la pittura astratta, né la musica concreta la nostra Gran Duchessa Anastasia! Molto più semplicemente, lei si fa questo giro di vacanze estive dietro il carrozzone dei guitti e soprattutto dietro quel guitto là come un’altra si farebbe la sua villeggiatura a Positano o Cortina. Ma il pan di bocca, non se lo toglie davvero; e neanche le boccole della cassetta di sicurezza.
In contrasto con lo stile colloquiale che si estende per tutto il romanzo, e che di Arbasino è proprio, qua e là sono disseminati piccoli riferimenti che ricordino che l’autore è pur sempre uno dei massimi intellettuali oggi riconosciuti anche a livello europeo, cofondatore del Gruppo ’63 assieme a Sanguineti ed Eco. E, proprio per non apparire mai pesante o intellettualmente elitario, Arbasino fa propria l’opera on-the-road, arricchita di personaggi veri e carnalmente ancorati alla vita, legati indissolubilmente alle proprie radici territoriali e linguistiche.
Un libro estivo, La bella di Lodi, un libro divertente e divertito, commedia sexy, commedia degli inganni e di qui pro quo, racconto di viaggi e d’inseguimenti e fughe, in un mondo ormai svanito, quello degli Anni Sessanta, che un po’ si fa rimpiangere per il proprio grande ottimismo.
(Nina Ferrari) ( )